mercoledì 6 ottobre 2010

Il vecchio e "caro" pane di Bagheria

Da che mondo e mondo il pane viene venduto a peso. Cioè, mi spiego meglio. Si vende il filone, la ciabatta o il panino singolarmente ma l'importo dovrebbe essere calcolato sulla base della quotazione media rispetto al peso. Da un po’ di tempo a questa parte ho notato invece che il pane é sempre più leggero mentre il prezzo rimane invariato. Ricordo il pane di una volta, pastoso e fragrante, dotato anche di una certa consistenza. Adesso invece somiglia più a una brioche, é fintamente morbido, pronto a tradirti con la sua durezza già poche ore dopo essere stato sfornato. Ma alla gente piace questo pane? Abbiamo forse cancellato dai circuiti ippocampali i vecchi sapori, siamo rimasti imbambolati, intorpiditi dalle nuove fragranze sapientemente miscelate e preconfezionate. Probabilmente il pane di Bagheria, così come quello di tanti altri comuni non é più quello di una volta, ma almeno sarebbe il caso di riavvicinare i prezzi al valore di mercato.

martedì 21 settembre 2010

I pendolari e la stazione di Bagheria: quotidiano viaggio nel caos

Praticamente la situazione non è stata risolta. Viaggiare in treno percorrendo la tratta Bagheria-Palermo rappresenta una autentica odissea, un itinerario doloroso senza barlumi di speranza, un crogiolo di sofferenza che sei destinato a sopportare insieme alla tua borsa o ai tuoi libri. Le parti in causa pare non abbiano risolto nulla, i pendolari dicono che fanno solo promesse. Il comune sembra stia a guardare, così come chi guarda con gli occhi sbarrati un paesaggio spaventoso. Ogni tanto si occupano i binari, poi qualcuno chiama la polizia ma alla fine la storia continua a ripetersi, in una spirale ritmica scandida dal tempo e dalle stagioni: l’inizio della scuola, Natale, poi il periodo estivo. E intanto si continua ad andare a lavorare o all’università con l’animo stretto tra le pareti dell’ansia: lottare, subire, vivere, che eterno dilemma!La stazione di Bagheria è stata pure ristrutturata, ma noi riusciremo mai a riscattarci?

giovedì 16 settembre 2010

Tra chiusure e alternanza di turni a Bagheria si sta in coda anche in farmacia

Chi lo ha vissuto sulla propria pelle in questa estate Bagherese sa bene di cosa si sta scrivendo: le ormai famose code in farmacia stile supermercato, di fantozziana memoria. A dire il vero è questo un fenomeno che in realtà si ripete ormai sempre più frequentemente, anche ben oltre le canoniche ferie estive, ove le farmacie si alternano in un andirivieni di chiusure e aperture. Un fenomeno in crescente diffusione allora. E credo che molti abbiano vissuto direttamente l’esperienza in cui ci si deve munire di numerino, così come già si fa alle poste o in banca, con la differenza però che qui in ballo c’è la salute e i farmaci, cioè beni primari e spesso di assoluta necessità. Bagheria è colma di gente che popola ogni angolo delle sue strade. Un grosso agglomerato umano le cui propaggini si allargano e attaccano col cemento le campagne e i ricordi dei giardini di limoni, che ormai popolano forse solo le memorie di alcuni adulti e anziani. Perchè allora non considerare la possibilità di aprire nuove farmacie a Bagheria? Perchè non lo si è ancora fatto? Perchè non allargare la fascia di farmaci vendibili nelle parafarmacie già presenti a Bagheria ma ancora insufficienti per soddisfare le esigenze di un bacino di utenza molto esteso? Anche questi aspetti concorrono alla valutazione della qualità di vita di una cittadina e certamente per Bagheria questo non le garantisce la sufficienza.